Risanamento murature di qualsiasi spessore e tipologia, degradate da umidità e sali
Per esperienze acquisite e per la logica del restauro, l’intervento ideale su di qualsiasi manufatto murario in tufo (o altro) degradato da problemi di umidità, dovrebbe prevedere in primis la realizzazione di una efficace e durevole barriera alla risalita per ascendenza di acqua e sali con il sistema “fai da te” ZEOBARRIER o il sistema professionale in opera SAFF.
Si dovrebbe quindi procedere con l’estrazione dei sali accumulati in superficie mediante l’applicazione di un Impacco estrattore di sali idrosolubili e a completamento per le superfici lapidee faccia vista, con il consolidamento e la protezione con silicati di litio in soluzione acquosa e per le superfici intonacate con la posa di ciclo deumidificante a calce idraulica di calce aerea e pozzolana reattiva (ZEOCALCE).
Per completamento le zone in elevazione andrebbero rivestite con intonaci compatibili a calce aerea e pozzolana reattiva (ZEOCALCE) oppure, se necessita migliorare la trasmittanza termica della parete, con un termo intonaco in calce pozzolanica e aggregati in granuli in sughero o legno di canapa (ZEOCALCE).
Queste le 6 tecnologie proposte;
- Sistema “fai da te” ZEOBARRIER
- Barriera professionale chimico/fisica a fusione SAFF
- Estrazione Sali con Impacco estrattore di sali idrosolubili
- Consolidamento con silicati di litio per faccia vista CIR
- Ciclo deumidificante ad intonaco a calce aerea e pozzolana ZEOCALCE
- Isolamento termodeumidificante in calce pozzolanica e aggregati di sughero o legno di canapa ZEOCALCE
Sistema “fai da te” ZEOBARRIER
La falda freatica, il passaggio di corsi d’acqua sotterranei, la presenza di sorgenti, la rottura di canalizzazioni, i terreni assorbenti e soprattutto le piogge acide (le quali formano solfati e nitrati che espandono sino a 3 volte il proprio volume), creano significative pressioni interstiziali che causano la disgregazione degli intonaci.
Tutte queste cause comportano il rischio della risalita capillare, che rappresenta una forma subdola e dannosa dell’umidità, poiché concorre a rendere insalubri le abitazioni e ne abbassa sensibilmente il potere di isolamento termico.
In caso di finiture impermeabili non traspiranti i cristalli si formano in modo non visibile all’interno del muro come sub efflorescenze e visibilmente sulla superficie generando “barbe bianche” del, cosiddetto, salnitro.
Le soluzioni saline di acqua e sali, più o meno concentrati, risalgono la muratura grazie ai vasi capillari, sfruttando il principio fisico per il quale la forza di adesione tra liquido e pareti dei capillari prevale sulla tensione superficiale del liquido stesso e l’equilibrio risulta superiore al livello idrostatico
Il principio su cui si basa la tecnica della barriera chimica è di creare alla base del muro uno strato impermeabile (diaframma) senza problemi di staticità della struttura, come accadeva invece con taglio meccanico.
Il semplice sistema ZEOBARRIER consente di operare per ascendenza naturale a trasfusione, creando una barriera anti capillare continua che non modifica assolutamente la traspirabilità in murature con problemi di adescamento di acqua dal sottosuolo
Barriera professionale chimico/fisica a fusione SAFF®
SISTEMA BREVETTATO A FUSIONE DI CERE NATURALI PER LA DEUMIDIFICAZIONE FISICA DELLE MURATURE AFFETTE DA UMIDITA’ DA RISALITA CAPILLARE
Nel 1985 è stata condotta una ricerca relativa ad un rivoluzionario metodo di barriera chimica anti umido che introducesse oltre alla chimica, il concetto di “barriera fisica”, quindi definitiva, con l’impiego a fusione di cere naturali.
Il metodo denominato SAFF ® coperto da brevetto di proprietà della Grandisol srl, è attualmente l’unico sistema di barriera anti umido per murature, totalmente reversibile e con proprietà fisico-chimiche.
I primi lavori realizzati su edifici di culto di particolare pregio storico, come la Chiesa di S. Maria ad Oleggio (intervento del 1985), l’archivio di stato di Mantova (intervento del 1986), la chiesa del Bramante e la chiesa di S. Bonaventura a Roma (interventi del 1990) l’Arciconfraternita della misericordia a Montecatini (intervento del 1991), l’Abbazia di Montecatini (intervento del 1993), dopo oltre 20 anni dimostrano ancora oggi (2014) la totale efficacia della barriera SAFF rimasta inalterata e in grado di evitare qualsiasi degrado della murature soprastanti.
Perche SAFF ®
È l’unico sistema che utilizza una sostanza solida per la formazione di una barriera anticapillare senza taglio meccanico del muro.
Il veicolo solvente utilizzato è il calore, assolutamente non inquinante.
La barriera creata non è solo chimica ma chimico-fisica, poiché, occludendo i capillari, forma una massa omogenea solidale con la struttura del materiale impregnato.
Come funziona SAFF ®
Il veicolo solvente – calore porta la massa di prodotto anticapillare SOLIWAX allo stato fuso, e ad una conseguente sua fluidità simile a quella dell’ acqua: è lo stesso tipo di solvente/calore che provvede a preparare il tratto di muro a ricevere il SOLIWAX liquido, portandolo alla temperatura idonea ed in equilibrio con quella del prodotto fuso impregnando uniformemente il volume del muro riscaldato.
In caso di vuoti il SOLIWAX per solidificazione, raggiungendo le zone fredde esterne alla fascia termica si auto tampona.
Vantaggi del sistema SAFF ®
- Assenza di prodotti volatili inquinanti
- Asciugatura già in fase di iniezione
- Controllo visivo della omogeneità dell’impregnazione
- Contenuto solido al 100%
- Totalmente naturale e atossico
- Nessun solvente inquinante
- Resistenza assoluta agli aggressivi chimici presenti nel muro
- Aumento della consistenza della zona trattata
- Inamovibilità della barriera anche sotto forte spinta di falda
- Economicità e rapidità del ripristino delle finiture
- Accelerazione del processo di asciugatura
- Resistenza della barriera alle spinte dell’ acqua
- Assoluta resistenza ai sali presenti nel muro
- Applicabile su qualsiasi tipo di muratura, anche cls
- Reversibilità della barriera
Tampone antisale
DESCRIZIONE Il Tampone Antisale è un intonaco di sacrificio in polvere, macroporoso, ad alta superficie specifica composto di argilla cruda e silicati di alluminio idrati, espansi, selezionati nella idonea granulometria, in curva continua.
CAMPI DI APPLICAZIONE Il Tampone Antisale è stato appositamente formulato per l’estrazione dei sali idrosolubili da murature in pietra, mattoni, tufo o mista, interessate da umidità di risalita capillare. Per interventi di recupero su edifici storici.
PREPARAZIONE DEL SUPPORTO Bagnare abbondantemente il supporto prima dell’applicazione, per mettere in soluzione i sali.
MISCELAZIONE Impastare ogni sacco da 10 Kg con circa 6 litri d’acqua pulita ovvero il 60% circa del peso della polvere. La miscelazione va eseguita in betoniera a bicchiere o con apposita impastatrice. È sconsigliata la miscelazione a mano.
APPLICAZIONE Applicare l’intonaco manualmente con la cazzuola oppure mediante l’utilizzo di macchina intonacatrice, in più passate consecutive fino al raggiungimento dello spessore di 5 cm circa, coprendo completamente la muratura. Si attenda la completa essicazione del tampone e si proceda con la rimozione manualmente con spatola o raschietto (senza bagnare). Il tampone rimosso contiene i sali migrati al suo interno.
TEMPERATURA DI APPLICAZIONE Applicare a temperature ambiente e del supporto comprese tra +5°C e + 35°C in assenza di vento.
Consolidamento con silicati di Litio in soluzione acquosa
In presenza di degrado di murature a faccia vista i rimedi per la conservare del materiale in deterioramento sono quasi sempre stati basati su tentativo di “consolidamento”.
I prodotti utilizzati a questo scopo hanno mostrato limiti e purtroppo fallimenti dopo periodi temporali più o meno lunghi, dalle resine acriliche tipo Paraloid, Primal, Peoval, negli anni ’80-’90 che ad oggi, hanno causato danni irreversibili e perdite di porzioni di materiale del nostro patrimonio architettonico.
La generazione ancora in auge è quella dei vari tipi di silicato di etile anche essi sotto stretta osservazione, dati i risultati evidentemente negativi.
La ricerca si dirige verso nuove forme di consolidanti meno aggressivi e con capacità di penetrazione maggiori, come i colloidi di nano-particelle di idrossido di calcio stabilizzate in diversi tipi di alcoli o il tartrato di ammonio, con o senza silicati di etile e le miscele di silicati di litio in soluzioni acquose.
Considerando che ogni singola pietra è diversa da tutte le altre, che ogni collocazione è unica, così come è unico l’ambiente nel quale “vivono” e vivranno il percorso di invecchiamento, prima e dopo il consolidamento, dobbiamo osservare che è impensabile che un prodotto possa andar bene per tutto, sempre, dovunque.
Occorrerebbe una formulazione adatta ad ogni singola circostanza o classe di circostanze, cioè, un modo di affrontare le problematiche di cantiere in modo “custom” e non globalizzato, come alcuni produttori (pochissimi) propongono.
La mia scelta è sul prodotto AQUACONS al silicato di litio in soluzione acquosa prodotto dalla CIR Chimica Italiana Restauri, in grado di attenuare nel modo migliore le differenze fisiche tra materiale, consolidato/non-consolidato, consentendo una reazione più uniforme ai fattori ambientali a cui sono sottoposti, come i cicli caldo-freddo, secco-umido.
ACQUACONS silicati di litio in soluzione acquosa
Per supporti in pietre naturali e manufatti edili assorbenti la nuova formulazione della CIR CHIMICA a base di specifici silicati di litio in soluzione acquosa, risulta particolarmente indicata per il consolidamento di tutti i supporti lapidei e manufatti assorbenti che presentano fenomeni di sfarinamento e/o decoesione, sia superficiale che profonda.
In seguito ad una reazione con l’umidità atmosferica, il principio attivo si trasforma in gel di silice che in seguito agisce da legante del materiale de coeso.
Il prodotto presenta un buon grado di penetrazione permettendo di consolidare il materiale fino in profondità; inoltre, la sua applicazione non modifica la traspirabilità del supporto e non ne diminuisce la permeabilità al vapore d’acqua.
ACQUACONS non modifica l’aspetto cromatico dei materiali trattati e presenta elevata resistenza ai raggi UV.
Ciclo deumidificante ad intonaco a calce aerea e pozzolana reattiva (zeolite)
In questo capitolo tratto quelle superfici che andranno intonacate e che qui in Campania come nella maggior parte del sud Italia, sono costituite quasi totalmente dal materiale da costruzione “principe”, il tufo di formazione vulcanica, (magmatica piroclastica), preferito nell’edilizia fin dal VII secolo a.C.
Grazie a resistenza, leggerezza e lavorabilità il tufo si è da sempre prestato alle più svariate lavorazioni, sotto forma di blocchetti o mattoni di varia dimensioni, dal muro di sostegno alle tamponature di volte e come componente essenziale per formulare malte idrauliche con calci aeree.
Nelle varie tipologie; tufo giallo napoletano, tufo verde di Ischia, tufo scuro Vesuviano, tufo Sorrentino, tufo bruno di Roccamonfina, tufo grigio di Nocera, tufo rossastro-bruno Laziale, grazie alla sua porosità, garantisce ottimale aderenza con le malte, proprietà igrometriche elevate ma resiste poco allo schiacciamento.
ZEOCALCE l’unico ciclo deumidificante per murature in tufo a base di calce idraulica di calce aerea e pozzolana reattiva (zeolite)
ZEOSALI + ZEOFILTRO D + ZEOLITICO GROSSO + ZEOTONACHINO F + ZEOTINTA CALCE
- Modulo elastico compatibile con le murature in tufo
- Alta produttività con l’applicazione a spruzzo
- Presente prezzario Regione Campania (Recupero)
- Accettato dalle Soprintendenze
- Sistema certificato
Il ciclo deumidificante ZEOCALCE ha funzionato e funziona, in centinaia di cantieri
La corretta progettazione degli interventi presuppone la scelta di materiali perfettamente compatibili con il tufo dal punto di vista chimico fisico e meccanico.
Quindi la consulenza progettuale nella scelta del ciclo adatto è attività fondamentale che viene offerta da questo blog, come l’eventuale analisi dei materiali originari e/o del degrado in atto come la ricerca e la quantizzazione dei sali.
ZEOCALCE è in grado di crerare nuovi prodotti “custom” per esigenze specifiche come per le malte da impiegare nel consilidamento murario quindi prodotti strutturali, nelle porzioni in cui insiste anche la problematica dell’ascendenza.
L’obiettivo è quello di annullare ed eliminare definitivamente i fallimenti applicativi dei prodotti cementizi (e anche di alcune NHL) non adatti alle nostre murature in tufo, fallimenti che in questo campo ogni professionista più o meno ha come macchia nella propria coscienza professionale.
Per ricordarlo date un occhiata a queste foto, dietro ognuna delle quali (e vi posso garantire che ne ho altre migliaia) c’è certamente celato il nome di uno (o più) tecnici e di un impresa applicatrice;
Ma quali condizioni si verificano nella progettazione e nella realizzazione di nuovi intonaci per murature in tufo?
F. A. Q.
► Dobbiamo prevedere l’acquisto di materie prime per confezionare l’intonaco in cantiere o prescrivere un intonaco premiscelato pronto all’uso ?
Assolutamente un intonaco premiscelato; un intonaco confezionato in cantiere, non potrà mai essere di “qualità” per i seguenti motivi;
- non sarà mai possibile ottenere in cantiere un controllo efficace e credibile delle caratteristiche e della coerenza delle materie prime e delle ripetitive fasi di confezionamento
- i costi della mano d’opera risulteranno sempre alti e mai proporzionati ai risultati, anche a causa della scarsa produzione per l’applicazione manuale obbligata.
► L’intonaco premiscelato è a base calce/cemento?
E’ una errata opinione comune, considerare “premiscelato” gli intonaci a base di calce e cemento. In realtà tutti i materiali prodotti industrialmente e confezionati in sacco, sono da definire premiscelati.
► Un premiscelato a calce e cemento è adatto per murature in tufo ?
L’intonaco premiscelato a base calce e cemento, è in assoluto il più economico del mercato ma anche il meno adatto a ricoprire murature in tufo, non solo per le incompatibili caratteristiche fisico, chimiche e meccaniche, come l’estrema rigidezza, la mancanza di traspirabilità, la dannosa formazione di ettringite e di thaumasite o per l’elevato contenuto di sali solubili ma anche perché confezionati con basse granulometrie di inerti, che impongono spessori per singola mano di massimo 1 – 1,5 cm, argomento che rappresenta un alto ed imprevisto costo di produttività e di posa, quando si devono realizzare intonaci (a regola d’arte) su di paramenti in tufo, in spessori necessari che vanno da un minimo di 3 cm fino a 6 cm ed oltre.
► Basta prescrivere in capitolato un intonaco “a base calce” per murature in tufo ?
Purtroppo no!
Il mercato attuale è saturo d’intonaci premiscelati a base cementizia “camuffati” da intonaci per risanamento murario.
Le multinazionali del settore e le aziende produttrici locali, sono continuamente impegnate in una massiccia campagna di “disinformazione”.
Nei loro listini, accanto a calci idrauliche naturali NHL, prolificano intere gamme di materiali cementizi travestiti da prodotti per bioedilizia o per risanamento/restauro.
Il singolare business consente la vendita del cemento al doppio del suo valore, avvalorato da discutibili normative private (ANAB) che promuovono a materiali per bioedilizia, quelli confezionati con un contenuto massimo del 5 % di cemento.
Ma la bioedilizia può (è deve) essere profondamente diversa dal restauro.
Questo equivoco ha generato aggressive operazioni di marketing, costruite su denominazioni di gamme o di singoli prodotti che evocano storicità ed antiche tradizioni, schede tecniche e confezioni con grafiche accattivanti con dati tecnici sapientemente pilotati.
Il business viene contraddistinto da head line che non trovano alcun riscontro scientifico come “intonaco a base di calce aerea naturale e leganti pozzolanici” oppure “intonaco a base di sola calce” o ancora “malta esente da cemento formulata con calce e leganti idraulici”.
Evitiamo di chiederci se è incompetenza o solo disinformazione, scoprire dopo averlo pagato il doppio ed applicato, che quell’apparentemente “rassicurante” legante idraulico per bioedilizia, altro non era che cemento bianco Portland di calcare tipo II aquila bianca 3,25.
► La calce idraulica naturale NHL va bene per il tufo giallo Campano ?
Gli intonaci premiscelati a base di calce idraulica naturale NHL 2–2,5-3,5–5 come da norma UNI EN 459-1:2015, sono idonei su nuove costruzioni ma possono essere impiegati anche per interventi di ripristino di paramenti in tufo; ma anche per questa famiglia vanno chiariti alcuni aspetti.
La calce idraulica naturale è un legante finito e completo che viene cotto a temperature industriali ben più alte del limite di 800/900 gradi imposto dalla cottura naturale a legna.
Le temperature raggiunte dalla cottura delle NHL sono di 1250 gradi quindi poco al di sotto di quelle del cemento per evitare la formazione di silicato tricalcico ma che non evitano la produzione di tanti altri componenti dannosi per il tufo (alluminati e silicati).
Inoltre le NHL a differenza delle calci aeree (o idrate) non necessita di elementi reattivi aggiuntivi come pozzolana, meta caolino o cocciopesto.
Quindi gli abbinamenti tanto di moda NHL/pozzolana, sono tesi a conferire una “storicità” che il legante NHL di suo non possiede, rivelando l’operazione prettamente commerciale destinata a soddisfare esclusivamente esigenze di capitolato (e di fatturato).
L’unica calce destinata a ricevere un elemento a reattività idraulica, come la pozzolana, resta la calce aerea.
Ogni tecnico impegnato in Campania nel progetto di risanamento/restauro di una struttura in tufo, non può non considerare l’aspetto storico filologico attinente il suo recupero.
Dovrebbe pertanto considerare che la totalità degli edifici antichi edificati in tufo giallo Campano, siano stati in origine ricoperti di calce aerea e pozzolana e non certo con calce idraulica naturale NHL, prodotta nell’Italia del nord da “soltanto” un secolo.
Le tecniche del buon restauro e l’arte del restauro architettonico, sono principalmente dettate dal buon senso di seguire le semplici, ma ferree, regole tramandate dai mastri operai ai loro apprendisti.
Queste regole edili, dettate dalla fisica, dalla chimica e dalla meccanica, non potranno mai essere sovvertite da logiche di mercato speculative, dall’industrializzazione o dalla semplice disattenzione delle categorie professionali.
Sarebbe auspicabile vedere presto la nascita di una normativa specifica che proibisca l’uso del cemento in muratura.
Quindi “vietato l’ingresso al cemento (e delle NHL) nel cantiere di restauro in Campania” ecco il messaggio, che dovrebbe essere recepito non solo dagli operatori edili ma anche e sopra tutto dal mondo accademico.
E da queste categorie che dovrebbero partire gli input per nuove regole su materiali moderni ma rispettosi delle tradizioni, confermando quanto la storia ci ha insegnato nei millenni.
Isolamento termo deumificante con intonaci e massetti in calce pozzolanica e aggregati in granuli di sughero o fibre del legno di canapa
La legislazione Italiana in tema di efficienza energetica degli edifici, dirige la sua attenzione con i recenti decreti alle parti opache dell’involucro edilizio piuttosto che agli impianti.
Una elevata prestazione energetica degli edifici è raggiungibile soltanto attraverso l’ottimizzazione dell’involucro edilizio che per le strutture esistenti si traduce nella rifazione degli intonaci e/o al riempimento delle eventuali intercapedini.
A Napoli dove la maggioranza di edifici è in tufo di elevato spessore, la problematica maggiore viene rappresentata dal raffrescamento estivo piuttosto che dal riscaldamento invernale.
Pertanto è su questi punti che dobbiamo agire, con intelligenza ed efficacia.
Selezionando (e provando) le possibilità offerte dal mercato, sono arrivato alla conclusione che realizzare una “pelle” continua duttile, tufo-compatibile, traspirante ed altamente coibente sia la soluzione ottimale.
Un intonaco confezionato con granuli di sughero e calce idraulica naturale NHL, risponde perfettamente a queste caratteristiche rispetto ai superati pannelli sintetici derivati da polimeri come polietilene, poliuretano, polistirolo, polistirene sintetizzato.
Il tufo non ha grandi problematiche termiche nei confronti del freddo, ma presenta un alto grado di porosità e di assorbimento che lo rendono oggetto di fenomeni di marcescenza, classificandolo tra i materiali difficili da deumidificare.
Se su superfici di questo tipo, vengono prescritti e applicati materiali plastici, non facciamo altro che accelerare il processo di collasso igrometrico interno, con conseguente condensazione superficiale e la formazione di muffe.
Un’interessante studio della Sorbona afferma che aumentando del 2/3% l’umidità relativa interna si ha un abbattimento del potere isolante del 30% sulle pareti opache, ossia si vanifica il lambda 0,034 del pannello con conseguente spreco di energia sia per riscaldare che raffrescare.
In buona sostanza, se l’edificio non traspira il processo di isolamento termico applicato risulta inefficace.
L’orientamento europeo è quindi per l’abolizione di materiali sintetici non più ecosostenibili, ai quali attribuisce effetti geno tossici anche irreversibili.
Il mercato del futuro; l’efficientamento energetico delle abitazioni
Buona parte del patrimonio edilizio italiano, è rappresentato da edifici costruiti nel secondo dopoguerra. complessivamente si può stimare che tre quarti degli edifici in Italia siano stati costruiti tra il 1946 e il 1991, e il 30% è in condizioni pessime o mediocri.
Edifici costruiti fra gli anni cinquanta e i primi anni novanta, mostrano comportamenti termici insufficienti perché costruiti spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio energetico.
Per rendere un’idea della differenza di consumo tra edifici in classe G (come quelli a Procida nella foto qui sopra) che consumano circa 19 litri gasolio/mq anno, rispetto ad una casa clima in classe B che consuma circa 3 litri gasolio/mq anno, è evidente che il consumo si riduce a meno di 1/6.
Ciò significa che un appartamento medio di 100 mq di classe G consuma circa 2.400 euro in più ogni anno rispetto alla classe B, che salgono a 2650 euro rispetto alla ottimale classe A.
Queste somme equivalgono la quota parte relativa all’acquisto di un termo intonaco in sughero rispetto ad un intonaco normale.
Dovremmo quindi aspettarci l’automatica, ovvia ed inevitabile prescrizione da parte di tutti i tecnici impegnati in risanamenti e manutenzioni di un termo intonaco di questo tipo, in qualsiasi condizione di cantiere.
Le prospettive future del mercato edile non possano prescindere da interventi di riqualificazione del costruito in chiave di efficienza energetica, sostenibilità e sicurezza.
In buona sostanza dovendo realizzare un intonaco esterno è oramai comprovato che l’utilizzo di un termo intonaco sia sempre la scelta più efficace ed intelligente.
Un’esigenza che può diventare un nuovo volano per il rilancio economico del settore.
ZEOTERMO INTONACO il termo intonaco in sughero con il rapporto qualità/prezzo migliore del mercato
ZEOTERMO INTONACO S della ZEOCALCE srl è un termo intonaco ecologico premiscelato esclusivamente naturale costituito da sughero in granuli, calce pozzolanica, fibre anti fessurazione che dosati e miscelati tra loro danno origine ad un prodotto deumidificante, termoisolante, fonoassorbente e facilmente applicabile.
ZEOTERMO INTONACO C della ZEOCALCE srl è un termo intonaco ecologico premiscelato esclusivamente naturale costituito da fibre del legno di canapa (canapulo), calce pozzolanica, fibre anti fessurazione che dosati e miscelati tra loro danno origine ad un prodotto deumidificante, termoisolante, fonoassorbente e facilmente applicabile.
I due intonaci termici della ZEOCALCE sono impiegati come intonaco di fondo nei nuovi ed esistenti edifici per isolare dal caldo e dal freddo le pareti ed eliminare i ponti termici dei pilastri e travi, per assorbire le onde sonore dell’edificio ed evitare la formazione di condensa e muffa.
Sono applicabili manualmente o con macchina intonacatrice sul lato esterno delle pareti nel caso di isolamento a cappotto e/o al lato interno nel caso di cappotto inverso.
Tutti i materiali indicati nell’articolo sono facilmente reperibile su questo blog con una richiesta di conteggio specifica, l’eventuale acquisto e pagamento, l’arrivo del materiale in cantiere in pochi giorni con la necessaria assistenza tecnica per la corretta applicazione.

