Malte Sughero/Calce pozzolanica; cappotti (e massetti) termici efficienti, traspiranti ed ecologici, applicabili anche internamente e in orizzontale


In tema di efficienza energetica degli edifici, la legislazione Italiana dirige l’attenzione con recenti decreti, alle parti opache dell’involucro edilizio piuttosto che agli impianti.

Una elevata prestazione energetica degli edifici è raggiungibile soltanto attraverso l’ottimizzazione dell’involucro edilizio che per le strutture esistenti si traduce nella rifazione degli intonaci e/o al riempimento delle eventuali intercapedini.

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A Napoli dove la maggioranza di edifici è in tufo di elevato spessore, la problematica maggiore viene rappresentata dal raffrescamento estivo piuttosto che dal riscaldamento invernale.

Impianti anche efficaci che raffrescano l’aria possono ben poco per compensare le carenze termiche di un involucro protetto in modo scadente, l’ideale è quindi agire con efficacia sulle parti esterne vetrate ed opache.

Seppur di carico termico inferiore rispetto alle superfici vetrate, le parti opache sono la maggioranza delle superfici e raffigurano certamente l’impatto più rilevante sul comportamento termico complessivo di un edificio.

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Ponti termici rilevati con video termografia digitale

Pertanto è su questi punti che dobbiamo agire, con intelligenza ed efficacia.

Selezionando (e provando) le possibilità offerte dal mercato, sono arrivato alla conclusione che realizzare una “pelle” continua duttile, tufo-compatibile, traspirante ed altamente coibente sia la soluzione ottimale.

Un intonaco confezionato con un legante pozzolanico di calce aerea e zeolite e granuli di sughero, risponde perfettamente a queste caratteristiche rispetto ai superati pannelli sintetici derivati da polimeri come polietilene, poliuretano, polistirolo, polistirene sintetizzato.

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Applicazioni di termo intonaco in sughero

Il tufo non ha grandi problematiche termiche nei confronti del freddo, ma presenta un alto grado di porosità e di assorbimento che lo rendono oggetto di fenomeni di marcescenza, classificandolo tra i materiali difficili da deumidificare.

Se su superfici di questo tipo, vengono prescritti e applicati materiali plastici, non facciamo altro che accelerare il processo di collasso igrometrico interno, con conseguente condensazione superficiale e la formazione di muffe.

Un’interessante studio della Sorbona afferma che aumentando del 2/3% l’umidità relativa interna si ha un abbattimento del potere isolante del 30% sulle pareti opache, ossia si vanifica il lambda 0,034 del pannello con conseguente spreco di energia sia per riscaldare che raffrescare.

In buona sostanza, se l’edificio non traspira il processo di isolamento termico applicato risulta inefficace

L’orientamento europeo è quindi per l’abolizione di materiali sintetici non più ecosostenibili, ai quali attribuisce effetti geno tossici, anche irreversibili.

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Prospetto intonacato con intonaco calce e sughero

Il mercato dell’efficientamento energetico delle abitazioni

Buona parte del patrimonio edilizio italiano, è rappresentato da edifici costruiti nel secondo dopoguerra. complessivamente si può stimare che tre quarti degli edifici in Italia siano stati costruiti tra il 1946 e il 1991, e il 30% è in condizioni pessime o mediocri.

Edifici costruiti fra gli anni cinquanta e i primi anni novanta, mostrano comportamenti termici insufficienti perché costruiti spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio energetico.

Ma va molto peggio per le strutture storiche ed antiche anche se gli imponenti spessori murari suppliscono la carenza.

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Procida edificazioni storiche in tufo

Per rendere un’idea della differenza di consumo tra edifici in classe G che consumano circa 19 litri gasolio/mq anno, rispetto ad una casa clima in classe B che consuma circa 3 litri gasolio/mq anno, è evidente che il consumo si riduce a meno di 1/6.

Ciò significa che un appartamento medio di 100 mq di classe G consuma circa 2.400 euro in più ogni anno rispetto alla classe B, che salgono a 2650 euro rispetto alla ottimale classe A.

Queste somme equivalgono la quota parte relativa all’acquisto di un termo intonaco in sughero rispetto ad un intonaco normale.

Dovremmo quindi aspettarci l’automatica, ovvia ed inevitabile prescrizione da parte di tutti i tecnici impegnati in risanamenti e manutenzioni di un termo intonaco di questo tipo, in qualsiasi condizione di cantiere.

Le prospettive future del mercato edile non possano prescindere da interventi di riqualificazione del costruito in chiave di efficienza energetica, sostenibilità e sicurezza.

Un’esigenza che può diventare un nuovo volano per il rilancio economico del settore.

Un investimento sicuro per il futuro

Come abbiamo visto un intervento di coibentazione termo igrometrica ed acustica eseguito con termo intonaco in sughero costa inizialmente in più rispetto ad un normale intonaco premiscelato, ma grazie all’immediato risparmio energetico è in grado di portare in pareggio l’investimento dopo un solo anno di gestione, convertendosi negli anni successivi in ricchezza spendibile.

Coibentazioni eseguite con il sughero dopo trent’anni sono ancora più performanti mentre i pannelli sintetici dopo cinque/dieci anni iniziano a degradare per poi collassare.

Comparazione tra termo intonaco in sughero e cappotto in pannelli sintetici

Traspirabilità

Il primo punto di forza di un termo intonaco a base di sughero è l’indice di traspirabilità (o resistenza alla diffusione del vapore acqueo) misurato in μ, valore che per l’intonaco in sughero è tra 5 e 8, mentre per i pannelli sintetici tra 50 e 80.

Il sughero garantisce un confort abitativo senza eguali mentre la scelta del pannello sintetico assolutamente non traspirante è come dormire con un pigiama in plastica piuttosto che in cotone.

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Solidità/carbonatazione = durabilità e performance inalterato nel tempo

Contrariamente a qualsiasi altro prodotto e specificatamente in rapporto ai pannelli derivati da polimeri, un termo intonaco in sughero risulta eterno in quanto la calce aerea, idraulicizzata con la zeolite reattiva, impiegata nella formulazione, aumenta nel tempo le performance fino a tornare roccia (carbonatazione).

Sulla durata del sughero si hanno esperienze che dimostrano il mantenimento delle doti strutturali e meccaniche anche dopo centinaia di anni.

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Questo tappo in sughero raffigurato in foto, richiudeva un’anfora rinvenuta ad una profondità di 102 metri tra i resti di una nave naufragata intorno al 300 a.C.

Tornando all’edilizia, per esperienza diretta lavori eseguiti 25 anni fa risultano oggi più performanti a differenza dei materiali derivanti da polimeri, soggetti alla riduzione delle prestazioni col passare del tempo e rendendo necessarie le fastidiose ventilazioni forzate all’interno degli ambienti, per evitare condense e muffe.

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Ci sarebbe quindi da domandarsi di quanto cala il K termico della parete se sono costretto ad aprire le finestre per ventilare, oppure di quanto sale la mia spesa energetica se sono costretto ad accendere un impianto di ventilazione.

Protezione dall’irraggiamento solare

La naturale temperatura del sughero non sale mai sopra i 24° anche in presenza di sole battente, quindi non scalda la muratura come non scalda la mano che impugna un ferro da stiro.

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La protezione dal caldo è direttamente proporzionale alla “massa o densità” rispettata dal  connubio sughero/calce che presenta una massa superiore al leggero e inconsistente pannello in polimeri.

 Insonorizzazione ed assorbimento acustico (fonoassorbenza)

Da sempre il sughero è considerato il materiale naturale “principe” per abbattere le risonanze con eccellenti doti fonoisolanti e fonoassorbenti.

In aiuto al già performante sughero interviene la massa o densità del prodotto ad aumentarne le capacità di insonorizzazione e correzione acustica ambientale.

La portoghese Tania da Cruz ha vinto il primo posto al Salone Satellite 2013, presentando un pannello acustico modulare dalle eccellenti proprietà isolanti utilizzando uno dei materiali più lavorati nella sua terra d’origine, il sughero.

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Il pannello acustico in sughero di Tania da Cruz 

Non è quindi certamente da sottovalutare l’intrinseca caratteristica del sughero di generare confort abitativo che consente una sensibilmente riduzione della rumorosità ambientale e di ascoltare senza fastidiosi echi e riverberi.

Capacità ad uniformarsi a qualsiasi supporto

Da oltre 25 anni l’intonaco continuo in sughero rimpiazza i pannelli sintetici con migliori risultati estetici estremamente omogenei, evitando gli interstizi (fughe) tra pannelli, che originano ponti termici, umidità, e irregolarità alla vista come la “lettura” dei riquadri dei pannelli.

Eventuali difformità anche minime della complanarità del supporto, possono riprodursi nella rasatura armata soprastante i pannelli, che in considerazione del limitato spessore, risultano essere rilevanti con conseguenti differenti sollecitazioni da zona a zona.

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Dissesti in coibentazioni eseguite a pannelli sintetici

Analogo problema si verifica laddove i pannelli del cappotto termico non vengono accostati perfettamente, la presenza di malta rasante nelle fessure tra le lastre, provocherebbero chiavi di ritegno allo strato soprastante inducendo tensioni anomale.

I giunti dei pannelli isolanti, se non sono ben accostati, generano inoltre situazioni di eterogeneità termica, quindi zone soggette a ponti termici con concentrazione di umidità  e condensazione, senza contare che le conseguenze di errori nella posa dell’isolante, possono dare adito ad anomalie quali fessurazioni corrispondenti ai giunti dei pannelli isolanti con lettura del disegno della disposizione dell’isolante, distacchi e scollature.

Un errore comune nella posa di cappotti in lastre è la tassellatura dei pannelli alla muratura effettuato diversi giorni dopo l’incollaggio delle lastre, con il distacco delle lastre dalla parete causato dalle sollecitazioni dell’inserimento dei tasselli.

Il tassello di fissaggio dei pannelli può essere causa di dispersione di calore attraverso l’isolamento termico, ma è ancora più grave quando capita di “leggere” il tassello sul prospetto, motivo certo di contestazione tra applicatore e committente.

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Problematiche riferite ai tasselli

Tutte queste problematiche vengono annullate e superate con la posa di un intonaco continuo e il problema dei dislivelli del supporto è facilmente superabile, mettendo “a piombo” la muratura per ottenere la corretta complanarità, operazione difficile, se non impossibile, con la posa di un pannello.

 Reazione al fuoco

Su questo argomento la differenza tra sughero e pannello sintetico è nettamente a favore del materiale naturale.

Infatti il sughero, come è noto in natura, non sprigiona alcuna fiamma ed il fumo generato dal suo surriscaldamento è assolutamente atossico.

Mentre la combustione dei pannelli sintetici sprigiona rischiosissimi e nocivi composti chimici contenenti cloro, fluoro e carbonio noti come CFC (clorofluorocarburi) a causa dei derivati contenuti nei pannelli.

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Prova di combustione EPS

ZEOINTONACO TERMICO il termo intonaco più conveniente

ZEOINTONACO TERMICO della Zeocalce srl è un termo intonaco ecologico premiscelato esclusivamente naturale costituito da un legante pozzolanico di tipo FL (UNI EN 459-1:2010) composto da calce aerea e zeolite reattiva (tufo micronizzato), sughero in granuli, fibre anti fessurazione che dosati e miscelati tra loro danno origine ad un prodotto deumidificante, termoisolante, fonoassorbente e facilmente applicabile.

ZEOINTONACO TERMICO viene impiegato come intonaco di fondo nei nuovi ed esistenti edifici per isolare dal caldo e dal freddo le pareti ed eliminare i ponti termici dei pilastri e travi, per assorbire le onde sonore dell’edificio ed evitare la formazione di condensa e muffa.

ZEOINTONACO TERMICO è applicabile con macchina intonacatrice o a mano, al lato esterno delle pareti nel caso di isolamento a cappotto e/o al lato interno nel caso di cappotto inverso.

Come acquistarlo

ZEOINTONACO TERMICO è facilmente reperibile su questo blog con una semplice richiesta di conteggio, l’eventuale operazione d’acquisto, la spedizione del materiale in pochi giorni e la gratuita assistenza tecnica alla corretta applicazione direttamente in cantiere.

Cnsumi e imballi

ZEOINTONACO TERMICO può essere applicato manualmente con un consumo circa 4 kg per mq ogni cm di spessore è fornito in sacchi da 10 kg su bancali da 600 kg e si conserva per almeno 6 mesi a partire dalla data di produzione.

ZEOINTONACO TERMICO caratteristiche

  • Assolutamente naturale ed ecologico
  • Altamente traspirabile
  • Basso coefficiente di conducibilità termica
  • Biologicamente puro, impermeabile, traspirante, resistente inodore, atossico, asettico, anallergico e imputrescibile
  • Modulo elastico compatibile per murature
  • Non lesiona tra telaio in c.a. e tamponature perché armato con micro fibre
  • Resistente al fuoco non sprigiona gas tossici
  • Inattaccabile da aggressioni saline
  • Stabilità dimensionale, indeformabile resistente ed inalterabile nel tempo
  • Inattaccabile da muffe, insetti e roditori che lo trovano indigesto

Vantaggi

  • Sfruttamento dell’inerzia termica e ottimizzazione della prestazione termica dell’edificio
  • Elimina i ponti termici
  • Diminuzione dei consumi di combustibile e risparmio energetico
  • Diminuzione del carico termico delle caldaie
  • Migliore comfort abitativo e valorizzazione degli immobili
  • Eliminazione dei ponti termici, rischio condensazione e formazione muffe interne
  • Nessuna riduzione della superficie abitabile
  • Rallentamento del processo di degrado degli edifici
  • Riduzione dell’inquinamento atmosferico con un investimento intelligente e produttivo
  • Consente un risparmio di tempo, manodopera e denaro
  • Fonoassorbente assorbe le onde sonore grazie alla sua struttura formata da una gran quantità di piccoli alveoli interconnessi tra di loro
  • Deumidificante: assorbe ed espelle l’umidità capillare dei muri perimetrali e divisori.
  • Antimuffa: evita la formazione di condensa e muffa.
  • Antigelivo: resiste alle basse temperature e non teme il gelo.

ZEOINTONACO TERMICO trattamenti di finitura consigliati

ZEOINTONACO TERMICO deve necessariamente essere rifinito con prodotti rasanti traspiranti a base di calce e pozzolana (ZEOTONACHINO FR e con tinteggiature (ZEOTINTA CALCE o ZEOTINTA SILICATI) o tonachini colorati in spessore (ZEOTONACHINO COLOR) al grassello di calce o ai silicati di potassio.

La finitura può essere eseguita dopo 24 – 48 ore con il rasante a base di calce aerea e pozzolana ZEOTONACHINO FR.

Per le tinteggiature attendere almeno 15 giorni per permettere all’intonaco di carbonarsi in modo naturale, si consiglia il prodotto ZEOTINTA CALCE al grassello di calce o con ZEOTINTA SILICATI a base di silicati di potassio.

Qualora si voglia procedere con finitura colorata in spessore, applicare ZEOTONACHINO COLOR  a base di grassello di calce del colore scelto.

Qualche cenno sulla produzione del sughero

Il sughero è un tessuto epidermico che riveste i fusti della quercia “Quercus Suber” o Sughera, che viene asportato senza che questa venga abbattuta o danneggiata irrimediabilmente.

Questa pianta madre ha infatti la prerogativa di riformare il suo rivestimento protettivo tutte le volte che ne venga spogliata, purché se ne rispettino i tempi.

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“Quercus Suber” 

La prima asportazione della corteccia, detta anche demaschiatura o scorzatura viene, viene effettuata verso i 15 – 30 anni di vita dell’albero, ed in seguito l’operazione di decorticatura viene ripetuta ogni 8 – 10 anni.

Dalla prima decortica si ottiene il cosiddetto sugherone (sughero maschio o sughero vergine) che, inadatto alla lavorazione a causa della sua forte rugosità, è utilizzato soprattutto per ricavarne granulato spesso usato in edilizia sia come materiale sfuso che in pannelli isolanti (a volte ottenuti con il ricorso a collanti  considerati accettabili nell’ambito della BioEdilizia ).

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Sughera

Il fellogeno, messo a nudo dalla demaschiatura, si dissecca e conseguentemente cambia colore e genera una piccola zona dura di protezione.

Sotto questo strato protettivo si riproducono nuove cellule che danno vita ad un nuovo strato di sughero.

In seguito alla prima decortica la quercia impiega 8 – 10 anni per rigenerare la nuova corteccia che produrrà il cosiddetto sughero gentile o femmina o sughero di riproduzione.

Questo nuovo sughero è di qualità migliore rispetto al sugherone ed ha quindi un maggiore valore economico.

Tecniche di isolamento delle pareti

Nel caso di isolamento di pareti in muratura convenzionale possiamo schematizzare la casistica riconducendola alle tre soluzioni principali;

  1. ISOLAMENTO A CAPPOTTO – Isolamento sul lato esterno della parete
  1. INSUFFLAGGIO – Isolamento dell’intercapedine tra i paramenti esterno/interno
  1. ISOLAMENTO A CAPPOTTO INVERSO – Isolamento sul lato interno della parete

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Applicazioni; CAPPOTTO – INSUFFLAGGIO – CAPPOTTO INVERSO

Tipologie costruttive e soluzioni di isolamento possibili

Prima grande discriminante nella scelta della modalità di isolamento è quella legata al tipo di intervento, ovvero, nuova realizzazione o intervento di ristrutturazione – riqualificazione di edificio esistente moderno o storico oppure edificio con muratura faccia vista esterna.

Nel fare le opportune valutazioni occorre innanzitutto fare chiarezza sull’espressione “isolare” che, nel linguaggio comune viene riferito al semplice ridurre le dispersioni nel periodo invernale di calore dall’interno dell’edificio verso l’esterno.

Non bisogna però dimenticare che la dinamica termica invernale, regime stazionario, è assai differente da quella estiva regime dinamico (vedi tabella)

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Da non trascurare è che il termine isolamento può e deve inoltre considerare anche l’aspetto acustico.

La scelta della modalità di isolamento di una parete ha più risvolti di quanto si possa intuitivamente immaginare, influendo non solo sui costi, ma anche su:

  • modalità di posa
  • possibilità di finitura
  • regolazione flusso di umidità nella parete
  • efficacia nella risoluzione dei “ponti termici”
  • efficacia termica invernale
  • efficacia termica estiva
  • comportamento inerziale dell’edificio
  • prestazione acustica
  • affidabilità nel tempo

A determinare il comportamento termico della parete non è solo la qualità del materiale isolante, ma anche il suo posizionamento nella stratigrafia.

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Per numerosi aspetti l’isolamento più vantaggioso è quello che prevede il posizionamento dello strato isolante sulla superficie esterna della parete (isolamento a CAPPOTTO) poiché permette di rivestire con uno strato di isolamento i ponti termici strutturali (travi e pilastri) e, con qualche accorgimento in fase progettuale) di collegare perfettamente l’isolamento della parete con quello della copertura e di eventuali parti entro-terra.

L’isolamento a CAPPOTTO inoltre consente di sfruttare nel migliore dei modi la massa dell’edificio enfatizzando l’effetto dell’inerzia termica (con grandi benefici sia invernali che estivi).

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CAPPOTTO esterno

Quello dell’eliminazione dei ponti termici strutturali è il più noto ed evidente dei vantaggi di un isolamento di tipo a CAPPOTTO.

I benefici dell’eliminazione dei ponti termici strutturali si hanno sia sul piano della riduzione delle dispersioni di calore (con conseguente riduzione dei costi di gestione termica invernale ed estiva dell’edificio) che su quello dell’eliminazione del rischio muffa sugli intonaci interni in primo luogo in corrispondenza di tali elementi.

In merito alla questione muffa i vantaggi riguardano però anche totalità delle superfici perimetrali che, grazie ad un CAPPOTTO realizzato con i materiali opportuni, è messa al riparo da rischi di condensa.

Le dinamiche fisiche che portano a tale risultato risultano assai chiare non appena si analizza la variazione del comportamento termico di una parete in seguito all’applicazione di uno strato isolante.

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Inerzia termica del CAPPOTTO esterno

Altro grande vantaggio dell’isolamento a CAPPOTTO esterno è quello dell’ottimizzazione dell’inerzia termica delle pareti.

Ciò deriva dal fatto che l’intera massa della parete, essendo protetta dall’isolante, non subirà sbalzi di temperatura e svolgerà il ruolo di accumulatore di calore contribuendo così a minimizzare gli sbalzi di temperatura negli ambienti interni.

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Soluzioni applicative CAPPOTTO esterno

Dal punto di vista operativo l’isolamento a cappotto può essere realizzato mediante l’applicazione di lastre di isolante (che in seguito all’operazione di fissaggio dovranno successivamente essere intonacate o rivestite) o semplicemente intonacando la parete con spessori adeguati di intonaci termici comunemente detti TERMO INTONACI.

In entrambe i casi lo strato di isolamento verrà poi ricoperto da un intonachino di finitura e la tinteggiatura.

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Un termo intonaco offre numerosi vantaggi.

  • La modalità di applicazione (ad umido) consente di ottenere la perfetta aderenza in parete dello strato isolante e di evitare quindi la formazione fra parete e strato di isolamento delle insidiose “sacche d’aria”. L’isolamento a cappotto con termo intonaco è quindi esente dal rischio dell’instaurarsi dei pericolosissimi fenomeni di condensa e dei derivanti fenomeni di degrado dello strato di isolamento.
  • L’applicazione ad umido e non a lastre dello strato di isolamento risolve tutti i problemi di irregolarità del fondo sul quale l’isolamento verrà applicato. Ciò offre enormi vantaggi nella riduzione dei costi e nella semplificazione del cantiere soprattutto nel caso di ristrutturazione così come nelle nuove realizzazioni in cui le pareti sono caratterizzate da forte irregolarità.
  • L’applicazione a umido offre la possibilità di una lavorazione dello strato di materiale isolante secondo particolari esigenze estetiche o architettoniche (es. formazioni di nicchie, spesso razioni differenti, ecc…) consentendo una forte personalizzazione della finitura (aspetto particolarmente utile nel caso del restauro e della ristrutturazione.
  • L’utilizzo di un solo prodotto permette di evitare la differenziazione degli acquisti dello strato di isolante e di ridurre gli scarti. Essendo l’isolante applicato ad umido e non a lastre si eliminano infatti del tutto le complicazioni e gli sfridi derivanti dalla necessità (assai frequente) di raccordare strati di isolamento di spessore differente. La resa del materiale viene pertanto ottimizzata e grazie alla riduzione dello scarto di materiali (sfridi, raccordi, tagli, bucature, ecc…) risulta anche semplificata, nonché più precisa, l’operazione di preventivazione dei quantitativi necessari.
  • La composizione dello strato isolante è del tutto compatibile (grazie alla presenza degli stessi leganti utilizzati per le murature) con quella della parete alla quale verrà applicato. In pratica la parete finale sarà caratterizzata da una specie di “continuità chimica” dei vari strati e materiali.
  • L’applicazione dell’intonaco di finitura sullo strato di termo intonaco risulta essere notevolmente agevolata dal fatto che il legante dell’intonaco di finitura e quello del termo intonaco sono altamente compatibili. In alcuni casi si tratta addirittura dello stesso identico legante.
  • Nel caso di termo intonaci la cui parte di isolante è costituita da materiali di pregio (es. graniglia di sughero), la consistenza meccanica del termo intonaco è ottima anche se la percentuale di isolante è assai elevata. In altri termini un termo intonaco di qualità offre un ottimo equilibrio fra prestazioni termiche e consistenza meccanica.
  • Affidabilità nel tempo: alcuni termo intonaci grazie alla loro composizioni offrono garanzie di grande affidabilità nel tempo. Leganti di qualità (es. calce) e isolanti granulari (es. sughero) permettono di ottenere termo intonaci caratterizzati da grandi prestazioni ed affidabilità.

CAPPOTTO INVERSO all’interno

Isolare dall’interno a prima vista rappresenta la soluzione di intervento più semplice quando è necessario migliorare le prestazioni termiche di una parete o di una intera unità abitativa.

A fronte di alcuni indubbi vantaggi, questa tecnica di isolamento presenta però alcune controindicazioni che risultano evidenti se si osservano le dinamiche fisiche legate alla variazione del comportamento termico di una parete in seguito all’applicazione di uno strato isolante.

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Inerzia termica del CAPPOTTO INVERSO all’interno

Il cappotto interno, poiché l’intera massa della parete risulta posizionata all’esterno rispetto l’isolante, di fatto può ridurre drasticamente la possibilità di sfruttare l’effetto dell’inerzia termica dell’involucro edilizio.

In tal caso, venendo meno l’effetto di volano termico (legato all’accumulo di calore nella massa della struttura), il clima interno risulta maggiormente soggetto a sbalzi di temperatura con conseguenze negative sul “comfort termico”.

Ciò determina generalmente una notevole riduzione delle prestazioni termiche estive e, in inverno, una minore efficienza degli impianti di riscaldamento.

Questa controindicazione si manifesta in maniera assai contenuta se il cappotto interno viene realizzato ricorrendo a termo intonaci con particolari caratteristiche termiche dinamiche.

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Parete in pietra caratterizzata da grande massa

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Sughero: un isolante dalle ottime prestazioni termiche anche contro il caldo estivo

Se il pacchetto (strato di isolamento + strato di finitura superficiale) che costituisce il cappotto interno ha una discreta massa e se l’isolante utilizzato è caratterizzato da una buona capacità di accumulo termico (ad esempio il sughero).

In tal caso infatti le caratteristiche inerziali del cappotto interno non si discostano nettamente da quelle della parete alla quale esso viene applicato e pertanto l’alterazione derivante dalla sua presenza risulta essere piuttosto contenuta.

In tali condizioni non viene compromesso drasticamente il ruolo inerziale della massa costituente la parete originaria.

Soluzioni applicative CAPPOTTO INVERSO

Dal punto di vista operativo l’isolamento a CAPPOTTO INVERSO eseguito all’interno può essere realizzato mediante l’applicazione di lastre di isolante (che in seguito all’operazione di fissaggio dovranno successivamente essere rivestite) o semplicemente intonacando la parete con spessori adeguati di intonaci termici comunemente detti TERMO INTONACI rivestiti in superficie con un intonaco di finitura e tinteggiati.

La soluzione di cappotto interno con termo intonaco offre i seguenti indubbi vantaggi:

  • Grazie alla perfetta continuità fra parete preesistente, strato di isolamento e strato di finitura viene garantita la tenuta all’aria. Ciò consente di evitare la posa di apposito telo regolatore del flusso di umidità (barriera a vapore o freno a vapore a seconda dei casi), operazione questa che richiede inoltre la cura di nastrare ogni giunzione onde evitare infiltrazioni di umidità con conseguente rischio condensa in corrispondenza del passaggio fra parete esistente e strato di isolamento.
  • La posa ad umido dello strato di isolamento offre la possibilità di annegamento nel suo spessore di componenti impiantistiche elettriche (tubi corrugati passacavi, scatole porta frutto, ecc…) senza generare quei problemi di discontinuità e di tenuta all’aria tipica dei cappotti interni posati a secco.
  • L’utilizzo di un termo intonaco rappresenta un ottimo compromesso fra miglioramento della prestazione termica invernale e garanzia di adeguate prestazioni termiche estive.

Perche non è possibile impiegare pannelli sintetici dall’interno

Aspetto assai rilevante dell’isolamento a CAPPOTTO INVERSO dall’interno è il manifestarsi del rischio di condensa fra il lato freddo dello strato di isolamento e la parete di supporto.

Dal grafico della temperatura si nota infatti che, se da un lato la posa di uno strato dell’isolante riduce la fuoriuscita del calore, dall’altro ciò determina un abbassamento della temperatura sul lato interno della parete.

Come possibile notare da apposita verifica termo-igrometrica ciò determina la formazione di condensa in tale punto.

Tale rischio in via teorica si elimina mediante il ricorso di freni a vapore o barriere a vapore da posizionarsi sul lato caldo dell’isolante in pannelli sintetici.

Ma ciò complica notevolmente la posa dei vari prodotti e determina delle complicazioni in caso di presenza di impianti in parete.

Il ricorso ad un termo intonaco costituito da materiali idonei come appunto la calce e il sughero consente, al di là delle simulazioni con modelli matematici usuali, di ovviare a tale problema.